25 aprile 2018
Come ogni giorno dall’inizio del viaggio, abbiamo cominciato la nostra giornata con una bella colazione assortita. È ormai assodato che i pasti saranno solo due: colazione e cena. Per pranzo siamo sempre in giro, fa anche molto caldo e non abbiamo realmente fame, uno snack va benissimo, quindi siamo lieti di concederci un’abbondante colazione.
Di ritorno verso le nostre camere, lungo il viale alberato, ci fermiamo ad osservare uno dei molti alberi di anacardo. Maestosi si ergevano lungo il vialetto che conduceva alle nostre camere. I rami tendevano in varie direzioni e al termini di alcuni di questi rami vi era un frutto giallo, come una mela o un pomodoro oblungo e a testa in giù e al posto del picciolo un altro frutto dal guscio verde ed arcuato, l’anacardo.
A pochi passi da noi, una dipendente dell’albergo nota la nostra curiosità e ci porta dei frutti da assaggiare. Purtroppo non gli anacardi come speravamo, ma il primo dei frutti che ho descritto quello giallo, che poi ho scoperto chiamarsi mela di acagiú. Dal sapore aspro e poco gradevole, questo frutto non ha accolto i nostri apprezzamenti a dir il vero. Quindi non contenti, abbiamo raccolto un anacardo cercando di aprirlo. Uno di noi, ha avuto la felice idea di provare ad aprirlo con calma in camera, magari usando i denti. è stata un’operazione poco felice, Dopo qualche tentativo, il nostro “eroe” ha avvertito qualche pizzicore nella bocca e ha smesso di provare. Wikipedia ci ha poi informato che il guscio dell’anacardo è velenoso e provoca irritazioni cutanee.
Bene, abbiamo cercato di fare il possibile per calmare il fastidio, e già qualche segno sulla pelle s’iniziava a intravedere e di corsa abbiamo preparato le valigia per lasciare l’hotel.
Lungo il tragitto verso Kandy, Chami si è fermato in uno Spice Garden. È stata una sorpresa per noi, perché non era incluso nel nostro itinerario, ma io amo le piante, quindi fermarsi un bel giardino mi è sembrata più che una buona idea. La nostra guida, che ovviamente ci è stata presentata come un amico di Chami, ha iniziato il tour mostrandoci una pianta di vaniglia, e così via, ci siamo fermati di fronte a varie piante – cacao, tè, curcuma, cannella, pepe, caffè, aloe vera, noce moscata ecc..
Eravamo tutti più che entusiasti della visita. Col senno di poi devo ammettere che nostante avessimo avuto dei segni di allarme, ci siamo lasciati volentieri incantare dalla sua arte oratoria, e nonostante non volessimo necessariamente comprare nel negozio – tappa finale del tour ovviamente- alla fine ognuno di noi ha portato a casa qualcosa. È stato piuttosto spiacevole rendersi conto di quanto i prodotti acquistati non fossero minimamente all’altezza delle aspettative. Oserei dire che si è trattato di puro inganno dato che alcune creme avevano addirittura un altro odore da quelle che avevano annusato durante il tour. Una vera e propria fregatura da turisti inesperti, che non riesco ancora a perdonarmi. C’erano tutti i presupposti per capire che non bisognava fidarsi, eppure alla fine abbiamo ceduto. Per fortuna il tour è stato piacevole e cerco di ripetermi che è come se avessimo pagato un biglietto d’ingresso in un qualsiasi giardino qui in Inghilterra. Amen.
Eppure quando siamo risaliti sul van eravamo tuti contenti della nostra esperienza e dei nostri acquisti – non è forse questo ciò che conta di più? Così Chami ci ha proposto un’altra fermata in cio’ che ha definito uno jewellery museum. Nessuno di noi era realmente convinto di volerci andare, ma non sapendo l’opinione degli altri allla fine abbiamo tutti acconsentito. L’esperienza è stata più che mediocre, ma fortunatamente non ha comportato nessun acquisto. Ci hanno chiuso in una stanzetta a guardare un video sulle miniere in Sri Lanka e sul metodo di estrazione locale di estrazione dei minerali, per poi essere accompagnati in ciò che per loro era un museo delle pietre – una stanza con pietre allo stato sia grezzo che lavorate. Infine siamo stati accompagnati in negozio. Ovviamente. Dopo aver guardato qualche vetrina mentre eravamo braccati dai commessi che cercavano di venderci qualcosa, siamo andati via, scontenti dell’esperienza.
Finalmente arriviamo nell’affollata Kandy ed entriamo al Tempio del dente, il luogo di culto buddista più importante in Sri Lanka. Come il nome stesso suggerisce il tempio custodisce un dente del Buddha giunto nel medesimo luogo nel sesto secolo dopo varie peregrinazioni in India e Sri Lanka. Purtroppo non rimane nulla del tempio costruito nel XVIII secolo e distrutto da una bomba del 1998. L’atto terroristico porta la pesante firma dell’LTTE (Liberation Tigers of Tamil Elam), un gruppo militante fondato nel 1976 che portò alla a sanguinose guerre civile, l’ultima delle quali finì nel 2002.
Bella Sidney Woolf, sorella del marito di Virgina Woolf, Leonard ha lasciato una testimoniaza su questa reliquia, all’epoca visibile al pubblico. Secondo la sua testimonianza il dente conservato è almeno 7 centimetri di lunghezza, quindi impossibile sia appartenuto ad un essere umano. Qualsiasi sia la verità su questo oggetto, resta comunque un elemento di forte devozione per il popolo buddista.
Il
All’interno del tempio si trova anche un museo dedicato all’elefante Raja, un elefante che ha ricoperto un ruolo di spicco in un’importante processione locale per una cinquantina d’anni. Era così amato dalla popolazione che alla sua morte venne dichiarato lutto nazionale. Nel museo si conserva il corpo impagliato di Raja.
Dopo una passeggiata intorno al lago di Kandy, abbiamo infine assistito ad uno spettacolo di danza tradizionale.
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